Le anime grigie

by Philippe Claudel

Blurb

«La terra schioccava sotto i tacchi e il rumore echeggiava fin dentro la nuca. Ricordo la grande coperta che avevano gettato sul corpo della piccina, e che si è subito inzuppata». Siamo nel 1917. Una bambina di dieci anni viene trovata morta in un canale. Il romanzo parte come un’indagine poliziesca, fosca e piena d’atmosfera, inquietante e nerissima. A mano a mano che la ricostruzione del delitto procede, la narrazione si trasforma, l’obiettivo del narratore cambia: protagonisti diventano l’umanità e la sua sofferenza, la sua solitudine. La frontiera tra bene e male, amore e odio, pace e guerra diventa sempre più incerta. I contorni delle cose e dei personaggi si sfumano, e sul dolore degli uomini prevale il sentimento antico della pietà, che consola, che accomuna. Nessun giudizio per le azioni buone o cattive, talmente intrecciate che non si distinguono più. La voce narrante è il poliziotto del villaggio che, a vent’anni di distanza, ricostruisce queste vicende nella speranza di portare ordine, fare luce nella Storia e nel suo proprio passato. E scrive, per mantenersi in vita, dire la sua verità. Aiutato dai ricordi dei testimoni, lacerato dal rimorso e dal rimpianto, egli ripercorre quei giorni e la catena di eventi che li hanno preceduti e seguiti: l’orrore insensato della guerra e quei tragici delitti che non trovano spiegazione, entrambi espressioni del lato oscuro degli uomini. Uno stile impeccabile, una voce narrativa originale, sempre autentica, profonda, necessaria: un grande romanzo corale e una riflessione morale sull’umanità.

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