Blurb
Wittgenstein concluse la prima parte delle "Ricerche filosofiche" nel 1945. A partire dal 1946, si concentrò sui temi della filosofia della psicologia, accumulando le osservazioni che compongono questo volume, apparso nel 1980. Esse vanno lette, per un verso, in parallelo con la seconda parte delle "Ricerche", dove alcune di queste note andarono a confluire. Ma, per altro verso, esse valgono come indicazione delle nuove vie cercate da Wittgenstein negli ultimi anni, anche al di là delle "Ricerche". In piena evidenza apparirà in questi scritti una certa impronta antropologica, se con essa intendiamo la convinzione che i problemi della teoria della conoscenza – a cui Wittgenstein aveva dedicato tutta la sua vita – non possano essere affrontati senza considerare quei «binari fissi su cui corre tutto il nostro pensiero». È questo il Wittgenstein paziente, minuzioso, acutissimo, che non parla soltanto di logica ma dei nostri sentimenti elementari – dal dolore alla sorpresa – e del modo in cui li esprimiamo correntemente, non stancandosi mai di individuarvi cose che rimangono da capire. Il presupposto di questo Wittgenstein estremo, per noi oggi particolarmente affascinante, è che «la malattia del pensiero deve seguire il suo corso naturale» – e di fronte a essa il filosofo deve contare soltanto su una «lenta guarigione».
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